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domenica 29 maggio 2016

["Ma tu, che cosa sei?"]


 
["Ma tu, che cosa sei?"]



"Ma tu, che cosa sei?"




Sentiamo tutti il bisogno di catalogare le altre persone.


Di cacciarli dentro ad un contenitore a compartimento stagno e con l'etichetta fuori.


Creare un faldone a loro nome in una categoria che abbiamo in mente.


Catalogarli e categorizzarli.


In questo modo, pensare a questa persona richiama immediatamente tutte le informazioni già presenti nel nostro cervello sulla categoria in cui l'abbiamo scaraventato.


Nel bene e nel male.


Categoria professionale, categoria caratteriale o categoria sociale, non fa differenza.


In linea generale, questo va pure bene.
È un processo mentale involontario, una scorciatoia che ci aiuta a ragionare più in fretta.
 

Qualche volta fa cadere nel pregiudizio, ma va bene lo stesso.
Questo processo incontra però un bug di sistema quando incontri persone non catalogabili.


Ne conosco tante, fortunatamente.


Persone che non accettano di essere accomunate a nessuna categoria.
 

Non per disprezzo, ma perché obiettivamente non comuni.
Non è un giudizio di merito, non sono migliori o peggiori, superiori o inferiori.
 
Sono uniche e differenziate.

Appiccicargli un'etichetta in fronte è decisamente riduttivo.
Non so se mi posso considerare tale.


Fatto sta che mi incazzo come una iena quando qualcuno cerca di catalogare me.

Lo ripeto, non perché mi senta superiore o migliore.
 

Perché proprio non mi riconosco in nessun modello prestabilito.
Quando poi hai la fortuna come me di aver scelto una "categoria" terribile come chiunque, a qualunque livello, si occupi di marketing e vendita, le cose si complicano ulteriormente.



Essere vittima del pregiudizio e della diffidenza immotivata è quasi automatico.
"Ho conosciuto un altro venditore e mi ha fatto questo, questo e questo"
(E che me ne frega a me?)
"Vi conosco voi venditori, siete tutti uguali"
(Furbi se non ladri, si intende)
"So già cosa vuoi dirmi e dove vuoi andare a parare, ne ho sentiti altri come te"
(Ma zero. Proprio zero.)


Scrivo da venditore, sono un venditore.


Ma non ho francamente nessun interesse a nobilitare la categoria.
Non mi interessa particolarmente della categoria.
 

Io sono la mia categoria.


Conosco tanti colleghi eccezionali.
 

Già ci pensano da soli a nobilitarsi ogni giorno, con il loro lavoro e con la loro unicità.
 

A loro va tutto il mio supporto.


Come conosco tanti colleghi improvvisati.
Come ho sentito di tanti colleghi che sono la vergogna della professione.
 

Non li conosco personalmente, perché non voglio avere niente a che fare con questi ciarlatani.
 

Né ora né mai.


Quindi, se vuoi entrare in contatto con me, non chiedermi cosa sono, per chi lavoro, chi rappresento o cose così.


Scopri chi sono e cosa posso fare per te.


Se non ti va, hai solo l'imbarazzo della scelta tra ugualoidi mediocri e standardizzati.


Filippo Bagno Mkt&Vendite [RICICLATO-IL RICICLO PREMIATO]. Eurven srl 340-8039051
eurvensrl.vendite@gmail.com

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